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Martina Navrátilová

Martina Navrátilová è tra le più grandi tenniste di tutti tempi. 

Ad oggi, detiene tre record assoluti, sia a livello femminile che maschile: maggior numero di titoli vinti (344), maggior numero di titoli vinti in singolare (167) e maggior numero di titoli vinti in doppio (177).

Ha vinto 59 prove del Grande Slam, l’ultima delle quali il doppio misto degli US Open nel 2006, aveva quasi 50 anni. Grazie a questo successo è diventata l’atleta più anziana a essersi aggiudicata una prova del Grande Slam.

È l’unica persona al mondo ad avere vinto tutte le specialità in tutti i tornei del Grande Slam (ottenendo il cosiddetto Super Slam) oltre alla WTA Championships e alla Fed Cup. Tra i suoi record detiene, inoltre, quello di vittorie nei singoli a Wimbledon, con nove successi, quello del maggior numero di incontri disputati e vinti in singolare e quello del maggior numero di titoli vinti sia in singolare che in doppio.

Nel 2000 è stata inserita nella International Tennis Hall of Fame.

È stata anche la prima stella dello sport a dichiararsi ufficialmente lesbica.

Nata col cognome Šubertová a Řevnice, nella Repubblica Ceca, il 18 ottobre 1956, i suoi genitori quando aveva tre anni e sua madre Jana sposò Miroslav Navrátil, che divenne il suo primo insegnante di tennis e da cui prese il cognome.

Nel 1972, all’età di quindici anni, Navrátilová vinse i campionati nazionali cecoslovacchi di tennis. Nel 1973, a sedici anni, passò al professionismo. Vinse il suo primo torneo di singolo da professionista a Orlando (Florida) nel 1974. Prese parte anche ad altre due finali, al WTA German Open e agli Internazionali d’Italia.

Fu finalista in due tornei del Grande Slam nel 1975, perdendo la finale degli Australian Open contro Evonne Goolagong e quella degli Open di Francia contro Chris Evert, che la sconfisse anche nelle semifinali degli US Open. Si aggiudicò, quell’anno, cinque tornei statunitensi e fu finalista in altri sette tornei, tra cui il Virginia Slims Championships (torneo di fine anno) e nuovamente gli Internazionali d’Italia.

Nel 1975 la diciottenne Navrátilová si recò negli uffici dell’Immigration and Naturalization Service di New York, informandoli che intendeva defezionare dal regime comunista del suo paese d’origine, la Cecoslovacchia. Nel giro di un mese ottenne una Green Card. Si trasferì negli Stati Uniti, di cui divenne cittadina nel 1981, dopo essere stata ufficialmente apolide per alcuni anni.

Poco dopo avere ottenuto la cittadinanza statunitense decise di rivelare il suo orientamento sessuale. In risposta alle speculazioni dei media sulla sua relazione con la scrittrice Rita Mae Brown Navrátilová divenne una delle prime stelle dello sport ad annunciare di essere lesbica.[4] Dal 1983 al 1991 ebbe una lunga relazione con Judy Nelson. La loro separazione nel 1991 fu turbolenta e accompagnata da una battaglia legale molto pubblicizzata. Nel dicembre 2014 si è sposata con Julia Lemigova, sua compagna da diversi anni.[5]

Nei primi anni di carriera dovette lottare con la forma fisica (venne etichettata senza complimenti la “Larga speranza bianca” dal giornalista Bud Collins), ma la sua determinazione a raggiungere i vertici dello sport la vide adottare una rigida disciplina per riportarsi in forma. Incominciò, infatti, ad andare in palestra (novità assoluta per il tennis femminile) inizialmente per dimagrire e successivamente per aumentare la propria massa muscolare. Per dimagrire, inoltre, cambiò completamente anche la dieta. Questo regime l’aiutò negli anni successivi, diventando una delle tenniste più rapide e più resistenti dal punto di vista fisico del circuito femminile. Nei primi mesi del 2006 è uscito negli USA Shape Yourself – My 6-Step Diet and Fitness Plan to Achieve the Best Shape of Your Life, in cui Martina Navrátilová spiega come restare in forma attraverso strategie, consigli e piccoli cambiamenti del proprio stile di vita.

Nel 1976 arrivò in finale solamente in tre tornei, aggiudicandosene due. Il ’77 fu un buon anno per Martina: vinse sei tornei e fu finalista in altri sei: in ben cinque finali dovette affrontare Chris Evert.

Vinse il suo primo titolo di singolare in un torneo del Grande Slam a Wimbledon nel 1978, dove sconfisse Evert in tre set nella finale e raggiunse il numero uno della classifica mondiale per la prima volta. Nello stesso anno vinse altri dieci tornei, tra cui anche il Virginia Slims Championships. Sconfisse nuovamente Evert in finale nel 1979, difendendo con successo il suo titolo di campionessa a Wimbledon. Sempre nel ’79 uscì vincitrice in altri nove tornei.

In doppio Martina Navrátilová era già riuscita a conquistare sei titoli del Grande Slam (uno in doppio misto) e altri trentotto tornei. Non aveva ancora però una compagna fissa: le principali furono Chris Evert, Betty Stöve e Billie Jean King.

Nel 1981 vinse il suo terzo titolo di singolare nel Grande Slam battendo Evert nella finale dell’Australian Open e raggiunse la finale degli US Open, dove perse al tie-break nel terzo set contro Tracy Austin. Nel 1982 vinse a Wimbledon, battendo in finale Evert, agli Open di Francia battendo in finale Andrea Jaeger e raggiunse la finale dell’Australian Open, dove fu sconfitta da Evert.

La metà degli anni 1980 fu il periodo di maggior successo nella carriera di Navrátilová. Dopo avere perso al quarto turno degli Open di Francia, primo torneo del Grande Slam del 1983, vinse i tre tornei restanti (gli Australian Open si disputarono a dicembre).

Vinse quindi gli Open di Francia del 1984, diventando campionessa in carica in tutti e quattro i tornei contemporaneamente. Con le successive vittorie a Wimbledon e agli US Open eguagliò il record di sei vittorie consecutive in tornei del Grande Slam e iniziò gli Australian Open del 1984 con la possibilità di vincere tutti e quattro i tornei nello stesso anno, ma fu sconfitta in semifinale da Helena Suková per 1-6, 6-3, 7-5.

Nel 1983 e 1984, comunque, il predominio di Navrátilová fu assoluto: vinse quasi tutti gli incontri e quasi tutti i tornei a cui prese parte: nel 1984 subì soltanto due sconfitte e stabilì il nuovo record assoluto di 74 vittorie consecutive. In questi due anni inflisse tredici sconfitte consecutive alla sua eterna rivale Chris Evert, che sembrava ormai disorientata di fronte alla sua superiorità.

Nel 1985 l’egemonia di Navrátilová fu interrotta da una ritrovata Chris Evert che, sconfiggendola nella finale degli Open di Francia, riconquistò dopo due anni il primo posto nella classifica mondiale. Tuttavia, nella finale degli Australian Open dello stesso anno, Navrátilová vinse la finale su Evert e tornò in vetta alle graduatorie.

Martina Navrátilová riuscì a vincere tutti e quattro i titoli di doppio femminile del Grande Slam nel 1984 giocando in coppia con Pam Shriver. La vittoria fece parte di un record di 109 incontri vinti di fila, che la coppia ottenne tra il 1983 e il 1985. Navrátilová fu numero 1 mondiale nel doppio per un periodo di oltre tre anni negli anni 1980.

1986-1989[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1985 al 1987 raggiunse la finale del singolare femminile in tutti e undici i tornei del Grande Slam a cui si iscrisse, vincendone sei ed estendendo il suo numero di vittorie consecutive a Wimbledon a un record di sei, mentre fu sempre sconfitta nelle finali dell’Open di Francia: due volte da Chris Evert e una volta da Steffi Graf.

La nuova minaccia al predominio di Navrátilová era costituita proprio dalla tedesca Steffi Graf, che salì alla ribalta nel 1987 vincendo l’Open di Francia. Nello stesso anno Navrátilová sconfisse Graf nelle finali di Wimbledon e degli US Open, dove divenne la terza tennista nell’era del tennis open a vincere nella stessa edizione singolare, doppio e doppio misto. Ciononostante il livello di gioco espresso da Graf per tutto il 1987 le permise comunque di deporre Navrátilová dal vertice del ranking mondiale prima della fine dell’anno. Graf in seguito riuscì a infrangere il record di Navrátilová di 156 settimane consecutive e 331 totali come numero uno del mondo.

Nel 1988 Graf la eclissò, vincendo tutti e quattro i titoli del Grande Slam, battendola tra l’altro nella finale di Wimbledon per 5-7, 6-2, 6-1. Nel 1989 Graf e Navrátilová si incontrarono in finale sia a Wimbledon che agli US Open. In entrambi i casi Graf ne uscì vincitrice in tre set.

Anni ’90[modifica | modifica wikitesto]

Navrátilová avrebbe comunque trionfato ancora in un singolare del grande Slam nel 1990. In quell’anno Graf venne eliminata nelle semifinali a Wimbledon da Zina Garrison. Nella finale la trentatreenne Navrátilová sconfisse Garrison con un punteggio di 6-4, 6-1, segnando il record di nove titoli del singolare femminile a Wimbledon. Anche se questa fu l’ultima vittoria in un singolare dello Slam Navrátilová giunse altre due volte in finale negli anni seguenti. Nel 1991 perse la finale degli US Open contro la nuova numero uno mondiale, Monica Seles. Nel 1994, all’età di trentasette anni, raggiunse la finale di Wimbledon per l’ultima volta, perdendo in tre set contro Conchita Martínez.

Nel 1994 si ritirò dal tennis.

Dal 2000 tornò a giocare nei tornei di doppio e, occasionalmente, in singolare. Nel 2003 vinse il doppio misto agli Australian Open e a Wimbledon in coppia con Leander Paes, divenendo a quarantasei anni e otto mesi la più anziana vincitrice in un torneo del Grande Slam. La vittoria agli Australian Open la rese la terza giocatrice nella storia a vincere tutti e quattro i tornei del Grande Slam sia nel singolare femminile, che nel doppio, che nel doppio misto.

La vittoria a Wimbledon le permise di uguagliare il record di Billie Jean King di venti titoli di Wimbledon (sommando singolari e doppi) e portò il numero complessivo di titoli del Grande Slam a 58 (seconda solo a Margaret Court, che ne vinse 62). Navrátilová vinse un incontro di singolo nel primo turno del torneo di Wimbledon del 2004, a quarantasette anni e otto mesi, diventando la giocatrice più anziana a vincere un incontro di singolo in un torneo del circuito professionistico nell’era Open.

Nel corso della carriera ha vinto 167 tornei di singolare (più di chiunque altro nell’era Open) e 178 titoli di doppio. Il 5 luglio 2006, a Wimbledon, annunciò il suo addio definitivo anche alle competizioni di doppio per «andare verso la mia vita futura, passare più tempo a casa, con la mia compagna (one-and-only) e con i miei animali, e dedicarmi di più ai miei interessi». Gli US Open di New York sarebbero stati il suo ultimo torneo.

A meno di due mesi dai 50 anni, il 21 agosto 2006, agli US Open, in coppia con il connazionale Bob Bryan, sconfisse nella finale del doppio misto i cechi Květa Peschke e Martin Damm (6-2 6-3), salutando il tennis giocato con l’ennesimo titolo del Grande Slam.

Carriera da coach e altre attività[modifica | modifica wikitesto]

Nel mese di dicembre del 2014 è stato reso noto da Agnieszka Radwańska che Martina Navrátilová, a partire dalla stagione successiva, sarebbe stata il nuovo membro del suo team di allenamento.[1] La collaborazione è terminata, però, cinque mesi dopo, perché Navrátilová aveva sottostimato la difficoltà nel seguire attentamente una giocatrice nel ruolo di coach.[6]

Navrátilová è anche impegnata in varie opere di beneficenza a favore degli animali, dei bambini poveri e dei diritti dei gay. Nel 1985 ha pubblicato un’autobiografia intitolata Martina e negli anni ’90 ha partecipato alla scrittura di tre romanzi gialli. Comparsa in campagne pubblicitarie della PETA, per un periodo è stata vegetariana per poi diventare pescetariana a causa della necessità di assumere proteine[7].

È stata anche protagonista di una divertente partecipazione come ospite nella sitcom della NBC Will & Grace, episodio 3×08 del 2000, nel quale rivela in un flashback di essere stata eterosessuale fino al 1985, quando cambiò il proprio orientamento sessuale in seguito a una relazione con Karen Walker.

È stata per diversi anni ambasciatrice e consigliera di Athlete Ally, l’organizzazione statunitense che si batte per i diritti degli sportivi LGBT. È stata revocata dall’incarico nel 2019 a seguito della pubblicazione di un articolo sul Sunday Times in cui ha sostenuto posizioni giudicate transfobiche, affermando che le donne transessuali non dovrebbero poter competere nelle categorie femminili.[8][9]

Tutti gli appassionati di tennis dell’epoca ricordano le sue sfide con Chris Evert, che hanno dato luogo a una delle più lunghe rivalità sportiva di tutti i tempi, con ottanta incontri disputati e un bilancio finale favorevole a Navrátilová

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