La guerra al centro d’Europa è l’ennesima conseguenza del lungo rifiuto della Russia di proteggere diritti e libertà fondamentali dei suoi cittadini, uno Stato che viola diritti umani all’interno dei confini presto o tardi diventa una minaccia per la pace internazionale. I cittadini russi coinvolti nell’operazione militare sul territorio ucraino sono complici di crimini di guerra e loro stessi muoiono. Il nostro obiettivo è aiutarli a evitarlo, facendo leva sulla Costituzione e sulla legge russa, e assistere chiunque sia illegalmente forzato a partecipare alle ostilità.
Questo è l’incipit del manifesto pacifista russo che si batte contro il conflitto del Cremlino contro l’Ucraina.
Una sua eminente firmataria è Svetlana Gannushkina, matematica e attivista per i diritti umani candidata al premio Nobel per la Pace nel 201o.
Nata il 6 marzo 1942 a Mosca, si è laureata presso la Facoltà di Meccanica e Matematica dell’Università Statale di Mosca dove. per molti anni. è stata docente.
Dal 1990, quando sono scoppiati i conflitti nei paesi dell’ex Unione Sovietica, il suo attivismo si è focalizzato sull’aiuto alle persone rifugiate e vittime di guerra.
Ha contribuito a fondare il Comitato di Assistenza Civica, una ONG che si batte per i diritti umani, con particolare riguardo alle persone immigrate. Nel 2015, il governo russo ha etichettato l’organizzazione come agente straniero, soggetta a maggiori restrizioni e controlli.
Svetlana Gannushkina ha anche fatto parte del Consiglio presidenziale per la società civile e i diritti umani fino al 2011.
È stata nel direttivo del Memorial, organizzazione nata nel 1989 per dare giustizia alle vittime del regime comunista e scavare verità seppellite, liquidata definitivamente dal tribunale di Mosca il 22 marzo 2022.
Fa parte del comitato di Yabloko, Partito Russo Democratico Unito che sta all’opposizione e propugna un sistema economico sociale, concorrenza leale in politica e finanza e rispetto delle differenze e delle pari opportunità.
È stata insignita di numerose onorificenze internazionali, tra cui il Premio Right Livelihood 2016, definito il Premio Nobel alternativo, per il suo impegno decennale nella promozione dei diritti umani e della giustizia per i rifugiati e i migranti forzati, e la tolleranza tra i diversi gruppi etnici“.
Svetlana Gannushkina, allo scoppio dell’invasione della Russia in Ucraina, è stata tra le undici persone dell’intellighenzia dissidente firmatarie del manifesto contro l’imposizione della leva obbligatoria. Hanno costituito un nuovo Consiglio contro la guerra che offre assistenza legale a chi rifiuta di arruolarsi e alle famiglie delle vittime, richiedendo al Ministero della Difesa cifre veritiere sul numero di morti sul suolo ucraino, informazioni sul trasferimento dei corpi alle famiglie e sul rilascio e scambio dei prigionieri.
Le proteste contro la guerra, Net voine, hanno avuto come conseguenza l’arresto e la persecuzione di migliaia di attivisti e attiviste firmatarie di lettere aperte e petizioni.
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