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Violeta Parra. Gracias a la vida

Violeta Parra
Violeta Parra è stata la più importante cantautrice cilena, pioniera del movimento politico e culturale degli anni 70, Nuova Canzone Cilena.
Musicista, poeta, artista autodidatta, aveva un timbro acuto, graffiante, che scivolava facilmente nel lamento. Una voce capace di spunti teneri e ironici, capace di diventare un grido lacerante.
Fortemente osteggiata dal potere per il contenuto politico delle sue opere, ha avuto una vita difficile sin dall’inizio.
Nata il 4 ottobre 1917 a San Carlos, in una famiglia povera, erano dieci tra figlie e figli, suo padre era un maestro di musica, passione trasmessa anche a loro. Suonava la chitarra sin da bambina e presto lasciò la scuola per cercare di guadagnare qualcosa cantando e suonando insieme ai fratelli per le strade, nei treni, nei circhi e persino nei bordelli.
Ha iniziato a comporre canzoni quando aveva dodici anni ma poi venne folgorata dalla ricerca delle tradizioni. Con un magnetofono e una chitarra percorse i luoghi più sperduti per riscattare il folclore dimenticato dal suo popolo con l’obiettivo  di raccogliere direttamente dalle voci dei vecchi contadini le miriadi di canzoni popolari che stavano per scomparire dalla memoria collettiva. Il suo è stato un appassionato lavoro di ricerca antropologica che è stata l’essenza e materia della sua ricerca artistica e esistenziale.
Ha portato la musica cilena a livelli mai conosciuti prima.
Trasferitasi a Santiago del Cile, nel 1937, conobbe il suo primo marito da cui ha avuto Ángel e Isabel, destinati a seguire il suo stesso destino di musicista. 

Nel 1949 si è risposata e ha avuto altre due figlie Luisa e Rosita Clara.

Nel 1953, venne notata da Radio Cile dopo un recital a casa di Pablo Neruda. L’anno successivo ha ricevuto il premio Caupolicán che le ha consentito di partire in un tour europeo. Ha vissuto a Parigi per due anni.

Durante i postumi di un’epatite che nel 1959 l’aveva obbligata a letto, aveva iniziato a tessere degli arazzi in iuta e lana in cui riproduceva gli stessi motivi recuperati dalla tradizione. Successivamente dipingeva e creava sculture. Ha fondato e diretto il Museo d’Arte Popolare ed è stata la prima donna latinoamericana a esporre, nel 1964, al Museo del Louvre. 

Nel 1960 ha incontrato il musicologo e antropologo svizzero Gilbert Favre, l’amore della sua vita a cui ha dedicato centinaia di canzoni d’amore, l’ultima, la più famosa, è nata quando la loro relazione è finita, nel 1966, Run Run se fue pa’l Norte.

Nello stesso anno ha registrato il suo ultimo disco: Gracias a la vida diventato un successo internazionale grazie a Joan Baez.

È morta suicida il 5 febbraio 1967 a causa di una forte depressione, non aveva ancora cinquant’anni. 
Pablo Neruda le ha dedicato la poesia Elegía para Cantar, in cui la definisce Santa di pura creta. 
Nel 1991 è stata creata la Fondazione Violeta Parra che raccoglie tutta la sua opera.
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