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Samantha Smith. La più giovane ambasciatrice di pace

Samantha Smith la bambina che scrisse al Cremlino

Samantha Smith è stata la più giovane attivista per la pace della storia.

Divenne famosa a dieci anni per aver scritto una lettera al segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica Yuri Andropov nel 1982 in cui gli chiedeva di evitare una guerra nucleare con gli Stati Uniti.

Nel corso della sua breve vita, è morta a soli 13 anni in un incidente aereo, negli Stati Uniti veniva chiamata la più giovane ambasciatrice d’America e in Unione Sovietica l’ambasciatrice di buona volontà.

Nacque il 29 giugno 1972 a Houlton, nello stato del Maine, sviluppò molto presto l’abitudine di scrivere lettere a personaggi famosi, già a di cinque anni scrisse  alla regina Elisabetta II d’Inghilterra. Suo padre era un docente universitario e sua madre un’assistente sociale.

Quando Andropov ascese al potere in Unione Sovietica, il paese era coinvolto in una guerra in Afghanistan già da tre anni. Ci fu, in quel periodo, un grande battage mediatico sulla potenziale minaccia che avrebbe potuto rappresentare per il mondo. In molti paesi si svolsero manifestazioni di protesta antinucleari mentre il presidente statunitense Ronald Reagan aveva provveduto a schierare missili in Europa. In questo contesto preoccupante, Samantha Smith, incoraggiata da sua madre, decise di scrivere una missiva al capo sovietico che le rispose con una lunga lettera in cui diceva di non avere alcuna intenzione di schierare le armi nucleari, che il suo paese avrebbe voluto la pace e la invitò a constatare di persona quanto fossero vere le sue affermazioni.

Nel luglio 1983, Samantha Smith e i suoi genitori si recarono in URSS come ospiti del governo, visitarono Mosca e Leningrado e la piccola trascorse diversi giorni in un campo giovanile in Crimea, condividendo un dormitorio con altre bambine.

La sua visita venne ampiamente coperta dalla stampa statunitense e sovietica che la seguì passo passo durante tutti gli spostamenti e le attività che svolse nel paese. Divenne presto una celebrità in entrambi i paesi, anche se non mancarono le voci che considerarono la cosa una trovata pubblicitaria concepita dai propagandisti sovietici. Non riuscì a incontrare personalmente il premier perché era già molto ammalato, ma si sentirono telefonicamente.

Rientrata a casa, la sua popolarità continuava a crescere. Divenne un’attivista per la pace, usando la sua influenza per sollecitare relazioni migliori e più scambi culturali tra le due superpotenze.

Nel 1984 venne ospitata in uno speciale sulla politica per bambini voluto dalla Disney, in cui intervistò vari candidati alla presidenza, tra cui George McGovern e Jesse Jackson. Si recò in Giappone dove incontrò il primo ministro e assistette al Simposio Internazionale della gioventù tenutosi a Kōbe. Nel discorso che tenne in questa occasione suggerì che i capi di Stato sovietici e statunitensi si scambiassero le figlie per due settimane l’anno, argomentando che un presidente «non desidererebbe sganciare una bomba su d’un paese in cui è in visita la propria figlia».

Scrisse anche un libro intitolato Viaggio in Unione Sovietica e recitò con Robert Wagner nella serie televisiva Lime Street. La sua inarrestabile fama e il suo intenso attivismo furono aspramente criticati dai conservatori statunitensi e dagli anticomunisti. Era considerata una spina nel fianco da molti repubblicani e dall’amministrazione Reagan.

Il 25 agosto del 1985, l’aereo su cui viaggiava mancò di  200 metri la pista dell’aeroporto di Auburn, schiantandosi al suolo e Samantha, suo padre e tutte le persone a bordo morirono nell’incidente.

La sua morte fece scaturire aspre polemiche e supposizioni, si parlò di un coinvolgimento della CIA, ci fu chi accusò il KGB, sostenendo che la crescente popolarità della giovane attivista avrebbe potuto influenzare importanti decisioni politiche o militari. Venne aperta un’inchiesta ma il rapporto ufficiale smentì queste dichiarazioni.

Ai suoi funerali parteciparono migliaia di persone, compreso l’ambasciatore russo che lesse un messaggio personale di condoglianze da parte di Michail Gorbačëv. Nessun rappresentante del governo statunitense era presente.

Nel 1985 l’Unione Sovietica pubblicò in suo onore un francobollo commemorativo. Un diamante, una varietà di tulipani e di dalie, un vascello e una montagna portano il suo nome. A Mosca le era stato eretto un monumento, intitolata una strada e anche un’asteroide.

Nell’ottobre 1985 sua madre aveva fondato la Samantha Smith Foundation, che, per  dieci anni ha promosso scambi tra studenti degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica.

Lo stato del Maine ha istituito il primo lunedì di giugno di ogni anno alla sua memoria di Samantha Smith e fatto erigere un monumento in suo onore, la statua ritrae la ragazza mentre libera una colomba, con un cucciolo d’orso fermo ai suoi piedi; il cucciolo d’orso rappresenta sia il Maine sia la Russia.

Anche una scuola elementare dello stato di Washington e un dormitorio dell’Università hanno ricevuto il suo nome.

Dopo il collasso dell’Unione Sovietica nel 1991, la larga copertura dei media russi sulle sue gesta cessò e nel 2003 il monumento costruito in suo onore venne depredato da ladri di metallo.

Nonostante ciò, nei primi ani 2000 vennero pubblicate delle interviste a Jane Smith, la madre di Samantha e nel 2003 privatamente, un uomo russo ha fatto costruire un monumento in suo onore.

Il candore, la determinazione, l’audacia e la tenacia di quella bambina che voleva la pace nel mondo, resta ancora nel cuore di tante persone e anche noi non vogliamo lasciarla andare nell’oblio.

 

#unadonnalgiorno

 

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