Elsa Peretti è stata una designer e filantropa italiana.
Ha disegnato gioielli per Tiffany che sono esposti nei principali musei del mondo come il Metropolitan Museum of Art di New York e il British Museum di Londra.
Le sue opere sono state descritte come rivoluzionarie, senza tempo, distinte e moderne. Ancora oggi, infatti, continuano a essere prodotte e vendute dalla famosa azienda. Ha sdoganato l’argento come materiale prezioso ma più democratico.
Attraverso le sue fondazioni, ha sostenuto numerose cause culturali, sociali e artistiche. È stata la principale responsabile del restauro del villaggio di Sant Martí Vell in Catalogna dove ha vissuto fino alla sua scomparsa.
Nata a Firenze il 1° maggio 1940, era figlia del fondatore dell’Anonima Petroli Italiana (API), un’importante compagnia petrolifera. Cresciuta a Roma in un ambiente elitario e fatuo, a vent’anni ha rinunciato agli agi per fuggire prima in Svizzera dove si guadagnava da vivere insegnando italiano, francese e anche sci e poi in Spagna per fare la modella, posando vestita da suora per Salvador Dalì.
Diplomata in interior design a Milano nel 1963, iniziò dapprima a lavorare per l’architetto Dado Torrigiani per poi intraprendere una fortunata carriera di modella a New York dal 1968, dove arrivò con un occhio scappando da un fidanzato violento.
Era già un’indossatrice famosa ritratta dai più grandi fotografi, quando ha iniziato a creare gioielli. Venne scoperta dallo stilista americano Giorgio di Sant’Angelo prima di incontrare il leggendario designer Roy Halston, che divenne suo grande amico e con cui instaurò una fruttuosa collaborazione dal 1971.
Quando è entrata a far parte di Tiffany & Co. come designer indipendente, nel 1974, aveva già ricevuto il Coty Award, era apparsa sulla rivista Vogue e Bloomingdale’s, uno dei principali negozi per lo shopping di New York, aveva aperto una boutique dedicata alle sue creazioni. In pochi anni il suo stile innovativo, irriverente, i suoi pezzi in argento considerati divertenti che attiravano una clientela più giovane, la consacrarono come la designer di punta per l’azienda per cui ha disegnato più di trenta collezioni.
Ha disegnato alcuni dei gioielli più desiderati al mondo, ispirati alle ossa e alla natura: bracciali, cuori, ciondoli che le donne sceglievano in massa di comprare per sé, senza aspettare chi glieli regalasse. Per ispirarsi viaggiò tanto in Europa e in Oriente, India, Cina, Giappone, attingendo dal lavoro degli artigiani locali per la creazione di collezioni classiche come Bean, Open Heart, Mesh, Bone e Zodiac.
Dopo anni di notti folli allo Studio 54 con celebrità del calibro di Andy Warhol, Liza Minelli, Helmut Newton che la ritrasse vestita da coniglietta di Playboy in una foto che ha fatto epoca, e la creazione delle sue opere che andavano a ruba, decise di cambiare radicalmente vita.
Acquistò una casa in un villaggio in Catalogna che era in stato di quasi abbandono, Sant Martí Vell. Negli successivi ha fatto restaurare la casa e parti del borgo circostante, ha permesso lo scavo di resti archeologici risalenti a un insediamento romano, fatto restaurare delle chiese e finanziato la gestione dei documenti storici cinquecenteschi della città, la conservazione dell’archivio fotografico di Oriol Maspons e della città romana di Empúries.
Ha impiantato dei vigneti e prodotto vini pregiati.
Ha promosso le arti visive e favorito la protezione e consolidamento del patrimonio storico, artistico, culturale, architettonico e artigianale della Catalogna.
Coi proventi della liquidazione dei tanti anni di attività con Tiffany, nel 2000, ha creato una fondazione in onore di suo padre, chiamata Nando Peretti Foundation, poi rinominata Nando and Elsa Peretti Foundation (NaEPF) che ha elargito circa 42 milioni di euro per la realizzazione di 852 progetti in tutto il mondo.
Ci sono stati interventi per promuovere i diritti umani e civili, puntando particolarmente all’istruzione, alla tutela dell’infanzia e della dignità delle donne, sostenendo richieste provenienti da tutto il mondo. Ha finanziato iniziative a favore di persone non rappresentate e minoranze oppresse, in difesa del diritto di esistere e preservare la propria cultura, promosso progetti di ricerca medica e scientifica e costruito ospedali e strutture sanitarie. Ha finanziato campagne di sensibilizzazione pubblica per la conservazione della fauna selvatica e la protezione ambientale e promosso anche arte e cultura.
Questa donna bellissima, altissima e dalle tante vite, ha utilizzato la sua conoscenza, il suo talento e i suoi fondi, per assecondare sempre attitudini e desideri. È stata ribelle, visionaria, indipendente, libera. È partita da una condizione agiata che ha presto rifiutato per rincorrere i propri sogni. Ha fatto parte del mondo patinato del jet set newyorkese, disegnato capolavori rimasti nella storia, ha girato il mondo, ha cercato ispirazione e emozioni in tante cose, ha scelto, infine, il luogo dove rifugiarsi e dedicarsi alle cose che più contavano per lei, la salvaguardia dell’ecosistema, della natura e dei diritti umani.
Ha ricevuto numerose onorificenze per il suo lavoro di designer e per le attività filantropiche. Nel 2013 è stata la prima persona non catalana insignita del premio del National Council for Culture and the Arts (CoNCA). Nel 2019 Firenze le ha dedicato la mostra The Modern Vision of Elsa Peretti, all’interno della XII Florence Biennale d’Arte.
Si è spenta a Sant Martí Vell il 18 marzo 2021, si era tanto prodigata in opere di filantropia anche durante la pandemia da Covid-19.
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