Come sanno bene tutti quelli che lo hanno provato (e ora nel mondo siamo miliardi), l’espatrio (disterru, in sardo) non è mai un processo facile.
È un processo difficile, ogni tanto drammatico, e sempre faticoso e pericoloso.
Qualche volta mi è capitato di paragonarlo al trapianto di un albero: l’albero da trapiantare deve portare con sé le sue radici – senza di quelle sarebbe un fusto destinato ben presto a seccarsi – ma deve subito fare del suo meglio per adattarsi alla nuova terra, cercandovi un humus che, senza far marcire le vecchie radici, possa farne spuntare di nuove e vitali.
Bisogna conservare le memorie e farne tesoro, ma anche bandire le nostalgie che spesso falsano il passato creandovi paradisi che non sono mai esistiti, che hanno l’effetto nefasto di far disprezzare il presente, di impedire alla «nuova terra» di nutrire le nuove radici che sono necessarie all’albero per vivere, mettere foglie e fruttificare.
Maria Giacobbe – scrittrice danese nata in Sardegna.