Mi chiamo Sacheen Littlefeather. Sono Apache e sono la presidente del National Native American Affirmative Image Committee. Sono qui questa sera in rappresentanza di Marlon Brando, che mi ha chiesto di dirvi, in un lungo discorso che non posso condividere con voi al momento, a causa del tempo, ma sarò lieta di condividere con la stampa in seguito, che con molto dispiacere lui non può accettare questo premio. Il motivo è il trattamento riservato agli Indiani d’America nell’industria cinematografica e in televisione.
Questo breve discorso ha segnato uno dei momenti più importanti nella storia del cinema per la lotta contro le minoranze.
A tenerlo è stata Sacheen Littlefeather, attivista per i diritti civili delle popolazioni native, alla cerimonia degli Oscar del 1973, quando rifiutò, al posto di Marlon Brando il premio come miglior attore per Il Padrino, come forma di protesta contro la rappresentazione dei nativi americani a Hollywood.
Nata col nome di Marie Louise Cruz il 14 novembre 1946 a Salinas, in California, da padre nativo americano (Apache e Yaqui) e madre statunitense di origine europea che, dall’Arizona si erano trasferiti in California, perché le coppie di razza mista erano allora illegali in quello stato.
Venne allevata dai nonni materni seguendo i dettami della religione cattolica e, avendo subito non poche discriminazioni per le sue origini, molto giovane, ha iniziato il suo attivismo prendendo il nome Sacheen Littlefeather. Nel 1969, è entrata a far parte degli Indians of All Tribes e partecipato all’occupazione di Alcatraz.
Grazie a una borsa di studio, ha studiato recitazione cominciando a lavorare per la radio e la televisione e fu così che conobbe Marlon Brando con cui collaborò nell’American Indian Movement (AIM).
Quando il divo venne nominato agli Oscar, favorito per la vittoria, le chiese di apparire a suo nome, rifiutare la statuetta e pronunciare un lungo discorso che aveva scritto, ma la giovane donna. dopo un solo minuto di discorso, venne accompagnata fuori tra l’agitazione generale, fischi e applausi. Il testo integrale venne poi letto nel backstage e pubblicato dal New York Times.
John Wayne venne trattenuto da varie persone che gli evitarono di salire sul palco per cacciarla con la forza. La sua carriera venne stroncata sul nascere, la ragazza che all’epoca era una giovane attrice in erba, finì per trovarsi tutte le porte chiuse in faccia ad Hollywood, mentre i media arrivarono addirittura ad accusarla di essere una finta Nativa Americana scelta per recitarne il ruolo.
Di certo quel discorso ebbe il merito di aver riportato l’attenzione sullo stallo di Wounded Knee, su cui era stato imposto un blackout dei media. La città del South Dakota, in una riserva indiana, era stata occupata per 71 giorni dalle popolazioni native e dall’AIM come segno di protesta per reclamare un trattamento equo e negoziazioni con il governo centrale. Ci furono molti scontri e dei morti da entrambe le parte.
Dopo gli Academy Awards, Sacheen Littlefeather andò a trovare Marlon Brando a casa e venne ferita da vari colpi di pistola sparati davanti alla porta d’ingresso, provocandole il collasso dei polmoni.
Dopo essersi ripresa ha studiato medicina e nutrizione, ha vissuto per qualche tempo in Europa, per poi insegnare al St. Mary’s Hospital di Tucson, in Arizona. Ha anche a lavorato con l’Institute of American Indian Arts di Santa Fe.
Nel 1979 ha co-fondato il National American Indian Performing Arts Registry, che in seguito ha aiutato diversi attori a partecipare alla produzione di Balla coi lupi.
Ha prodotto vari film e spettacoli sulle persone native americane, condiviso un Emmy Award come consulente per Danza in America. Nel 2009, ha preso parte con la sua testimonianza al documentario Reel Injun.
Non ha mai cessato di fare attivismo. Nel 1988, ha lavorato con Madre Teresa aiutando i malati di AIDS nell’assistenza ospedaliera, fondando in seguito l’American Indian AIDS Institute di San Francisco. Ha fatto campagne contro l’obesità, l’alcolismo e il diabete, si è dedicata intensamente ad assistere persone malate di AIDS, incluso suo fratello.
Sacheen Littlefeather ha lottato per tutta la sua vita per un mondo più equo, dove tutte le persone che lo abitano abbiano pari dignità e rispetto.
Ha lasciato la terra il 2 ottobre 2022 a Novato, in California, era da tempo ammalata di cancro al seno.
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