Io posso solo agire facendo le cose nel modo in cui le voglio fare. Esplorando idee che voglio scoprire per pura soddisfazione personale. Questo principio viene prima di qualsiasi altra cosa, ogni volta che mi avvicino alla scrittura.
PJ Harvey è una pluripremiata cantautrice, musicista e poeta britannica, alla ribalta da oltre trent’anni. Un percorso artistico impossibile da imbrigliare e analizzare con metodi tradizionali.
Dal 2013 fa parte dell’Ordine dell’Impero Britannico, nominata dalla Regina Elisabetta II per i servizi resi alla musica.
È stata l’unica donna a vincere per ben due volte il Mercury Prize. Ha collezionato una lunga serie di premi e nomination.
Miglior artista emergente e miglior cantautrice del 1992 per Rolling Stone, è stata artista dell’anno 1995.
I mutamenti musicali dei suoi dischi l’hanno portata a spaziare dal rock alternativo al punk blues, dall’art rock all’avanguardia. Performer camaleontica, ha sovente cambiato drasticamente look, sapendo sempre perfettamente quale fosse l’obiettivo da raggiungere. Suona la chitarra, il basso, il piano e il sassofono.
Il suo nome completo è Polly Jean Harvey, è nata a Yeovil, il 9 ottobre 1969.
È cresciuta in una fattoria nel Dorset ascoltando la musica dei genitori hippy, padre artigiano e madre scultrice.
Ha studiato scultura al Central Saint Martins College of Art & Design di Londra. A 17 anni ha cominciato a scrivere le sue canzoni e formato un trio chiamato PJ Harvey.
È del 1991 il loro primo disco, Dress, pubblicato da un’etichetta indipendente e votato come singolo della settimana su Melody Maker. Il primo LP, Dry, risale all’anno successivo. La musica del trio, grezza, hard rock con elementi punk, blues e grunge, venne subito acclamata da pubblico e critica tanto che, la rivista Rolling Stone l’ha nominata miglior autrice e miglior cantante dell’anno nel 1992.
Dal 1993, PJ Harvey ha scelto la carriera solista iniziando una serie di fortunate collaborazioni con altri musicisti. To Bring You My Love del 1995, divenne subito una pietra miliare del rock alternativo e un successo mondiale con oltre un milione di copie vendute. Eletto album dell’anno da prestigiose riviste musicali internazionali, è stata votata come artista dell’anno da Rolling Stone e SPIN. Per il tour del fortunato disco adottò un look molto teatrale, parrucche e make-up eccessivo e spesso sbavato, il microfono illuminato in stile Ziggy Stardust autodefinendosi “Joan Crawford in acido”. In seguito ha sperimentato altri look fino ai giorni nostri in cui tende a essere sempre più minimalista.
Nel 2001 è stata prima nella classifica delle 100 più grandi donne della musica rock stilata dei lettori del magazine Q.
Da una fase creativa iniziale intimista, esistenziale e poetica è passata a scrivere su tematiche sociali, a parlare di guerra e di storia, spaziando dal folk blues alle ballads tradizionali con cenni reggae e citazioni swing.
Nel gennaio del 2014 le è stata affidata per un giorno la gestione del programma informativo Today di BBC Radio 4, che ha scatenato grandi polemiche sui contenuti da lei scelti, aveva coinvolto anche Julian Assange, lo scomodo e ricercato giornalista australiano fondatore di WikiLeaks.
Nel 2015 PJ Harvey ha pubblicato il suo primo libro di poesie, The Hollow of the Hand, in italiano tradotto Il cavo della mano.
The Hope Six Demolition Project, del 2016, è il risultato di appunti di viaggio elaborati dall’autrice fra territori di guerra (Kosovo, Afghanistan) e la città di Washington fra il 2011 e il 2014, con molteplici e taglienti riferimenti all’attualità. Il processo creativo alle spalle è stato raccontato nel documentario del 2019 A Dog Called Money diretto da Seamus Murphy, presentato alla Berlinale.
PJ Harvey può vantare prestigiosissime collaborazioni che si potrebbero definire schizofreniche per quanto diverse con artisti e artiste come Björk, Nick Cave, Tricky, Thom Yorke, Marianne Faithfull e molti altri.
Artista con tanti interessi differenti, ha anche recitato in qualche film, è scultrice, alcuni dei suoi pezzi sono esibiti alla Lamont Gallery e al Bridport Arts Centre.
Una donna che non si lascia imbrigliare in un’etichetta o categoria, che ama mettersi in gioco e che ha molto da dire e da farci sentire e vedere.
#unadonnalgiorno