Pippa Bacca è stata un’ artista milanese, che dell’autostop, aveva fatto un manifesto di vita, un proclama artistico.
Era certa che il mondo fosse pervaso di una bontà intrinseca, che l’altro, il diverso da sé fosse una ricchezza della quale nutrirsi, con rispetto e fiducia.
In autostop, insieme a Silvia Moro, era partita l’8 marzo del 2008. Indosso, portava un abito bianco, da sposa.
Voleva attraversare undici Paesi dilaniati dai conflitti armati e dalla povertà con lo stesso spirito con il quale una donna percorre la navata che la separa dall’altare. L’ex Jugoslavia, la Bulgaria, la Turchia e la Siria, poi il Libano, l’Egitto, la Giordania e la Cisgiordania, per arrivare, infine, in Israele.
I chilometri, in totale, avrebbero dovuto essere seimila, percorsi, tutti, con quello stesso abito bianco che avrebbero dovuto, poi, lavare a Gerusalemme, in una cerimonia pubblica che avrebbe simboleggiato l’eliminazione delle scorie lasciate dalla guerra.
Spose in viaggio – Brides on tour, era la performance artistica delle due artiste, decise a celebrare un matrimonio tra i popoli toccati.
Dopo essersi separata a Istanbul dalla compagna per qualche giorno, il 31 marzo 2008 Pippa Bacca fu violentata e uccisa a Gebze, da un uomo che le aveva dato un passaggio.