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Dorothea Lange e la straight photography

Dorothea Lange
Dorothea Lange è stata una fotografa documentarista statunitense. 
Fu un’esponente di spicco della straight photography, fotografia diretta, nata per raccontare la realtà in maniera obiettiva, senza manipolazioni stilistiche.

Nata col nome di Dorothea Margaretta Nutzhorn, a Hoboken il 26 maggio 1895, decise successivamente di prendere il cognome della madre.Aveva 7 anni quando si ammalò di poliomielite, che le causò un deficit permanente alla gamba destra. Piena di determinazione e empatia verso l’umana sofferenza, e innamorata della fotografia, studiò a New York e, dopo aver collaborato con vari studi, raggiunse la celebrità in quello di Arnold Genthe.

Nel 1918 partì per una spedizione fotografica in giro per il mondo. Quando i soldi finirono si fermò a San Francisco, dove aprì il suo studio diventando parte integrante della vita della città, fino alla morte.

Dal 1932, Dorothea Lange si dedicò attivamente alla fotografia sociale. Fece un gran numero di reportage sulle condizioni di vita di persone immigrate, braccianti e operai.

Nella seconda metà degli anni Trenta, partecipò a una missione del Farm Security Administration per documentare i problemi legati alla depressione delle aree rurali.

Nel suo attraversare in lungo e in largo gli Stati Uniti Sud Occidentali, in un accampamento di raccoglitori di verdura, realizzò il suo scatto più famoso, la foto simbolo della sua carriera,Migrant mother. Il soggetto è Florence Leona Christie Thompson, una donna di 32 anni, madre di sette figli, immortalata nei pressi di un campo di piselli in California

Questo scatto magistrale, definito l’icona della Grande Depressione e datato 1936, apparso su libri e riviste, è divenuto persino un francobollo celebrativo del XX secolo.
Non è un’immagine dolorosa: in mezzo a tutta la sofferenza e a un volto già scavato, si leggono orgoglio e dignità. La foto è diventata la rappresentazione della sofferenza e della lotta per la sopravvivenza affrontata dalla gente comune durante la Grande Depressione.
Vinse il premio Guggenheim nel 1941, fece poi un importante lavoro sui i prigionieri giapponesi detenuti dagli americani.
Nel 1947 collaborò alla nascita dell’Agenzia Magnum e, nel 1952, fu fondatrice della rivista Aperture.
Fino al 1955 lavorò come fotografa di Life. A causa delle cattive condizioni di salute in cui versò negli ultimi anni di vita, la sua attività di fotografa subì una brusca battuta d’arresto.
Si spense l’11 ottobre 1965 a San Francisco.
#unadonnalgiorno

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