Dal 1998 le è stato vietato di viaggiare al di fuori dei territori palestinesi occupati, dopo aver partecipato al vertice in difesa dei diritti umani a Parigi.
Nel 2005 le autorità israeliane le hanno impedito di lasciare il paese, il sesto rifiuto dal 2000, per partecipare a una conferenza sui diritti umani in Irlanda. Nonostante non ci fosse nessuna accusa di reato.
Durante la sua detenzione oltre 275 organizzazioni, tra cui anche Amnesty International, hanno firmato un appello internazionale per il suo rilascio.
Nel 2019 è stata arrestata mentre insegnava diritto internazionale e storia del movimento palestinese alla Bir Zeit University. La sua classe è stata cancellata e gli studenti presi di mira per le loro attività politiche e studentesche nel campus.
Khalida Jarrar è una sostenitrice di lunga data della libertà dei prigionieri palestinesi, è stata vicepresidente e direttrice esecutiva della Addameer Prisoner Support and Human Rights Association. Fa parte del comitato palestinese che ha aderito allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale presentando prove sui crimini israeliani in corso.
Dalla sua ultima detenzione nel 2019, Khalida Jarrar ha continuato a resistere e a parlare. Ha scritto la prefazione al libro di Ramzy Baroud, “These Chains Will Be Broken”, che racconta le storie di prigionieri politici palestinesi e detenuti:
“In realtà, queste non sono solo storie di prigionia. Per i palestinesi, la prigione è un microcosmo della lotta molto più ampia di un popolo che rifiuta di essere ridotto in schiavitù sulla propria terra e che è determinato a riconquistare la propria libertà, con la stessa volontà e lo stesso vigore di tutte le nazioni una volta colonizzate.”
Khalida Jarrar ha 57 anni e gravi problemi di salute, ma una forza d’animo che va ben oltre le pareti del carcere e degli ideali così forti da superare qualsiasi muro. Lotta per i suoi valori e il suo popolo e non si arrende, nonostante sia ingiustamente reclusa da ormai troppo tempo.
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